Situato nel Lazio, Civita di Bagnoregio è un antico villaggio medievale dal destino terribile.
Abbarbicata su un costone di tufo, Civita di Bagnoregio non sembra neanche vera. Guardandola da lontano ti viene da pensare: ma dove si nasconde un posto così? La chiamano “il paese che muore”, e in parte è vero. Ma chi ci mette piede capisce subito che è anche il paese che resiste, testardo e meraviglioso. Un angolo fermo nel tempo, dove la roccia e il cielo si parlano da secoli.
Hai mai provato quella sensazione di camminare in silenzio, tra muri antichi e finestre aperte sul nulla, con solo il vento a farti compagnia? A Civita succede. Succede davvero. Ma aspetta un attimo: da dove arriva tutta questa magia e perché vale la pena vederla con i propri occhi, prima che scompaia per davvero?
Civita di Bagnoregio e la sua storia millenaria
Civita è nata più di 2500 anni fa, quando gli Etruschi la scelsero come punto strategico per i commerci. Non era un posticino sperduto: era una tappa cruciale, viva, animata. Poi, come spesso succede, la storia ha fatto il suo corso. A partire dal Cinquecento, un terremoto piuttosto brutale cambia tutto: edifici danneggiati, strade compromesse e la gente che comincia ad andarsene. Le frane fanno il resto, pezzo dopo pezzo.
Già nel Seicento, il Vescovo e il comune decidono che è il momento di trasferirsi nella più sicura Bagnoregio. E nell’Ottocento, Civita è ormai una sorta di isola: staccata, dimenticata, ma ancora in piedi. Oggi ci abitano pochissime persone, pochissime davvero, ma la città non si è mai arresa. Si è trasformata: da villaggio fantasma a luogo dell’anima. Un rifugio romantico, scelto per dire “sì” in matrimoni da sogno, o semplicemente per perdersi in un passato che pulsa ancora sotto i piedi.
Cosa vedere a Civita di Bagnoregio: un tuffo nel Medioevo
Passeggiare per Civita è come sfogliare un libro antico con le pagine ancora intatte. Le case in pietra, le stradine acciottolate, i portoni di legno massiccio: tutto sembra essersi fermato a qualche secolo fa. Ma non è solo questione di architettura: è l’atmosfera, quella sensazione che ti prende allo stomaco quando ti trovi davanti a qualcosa di autentico.
Tra i punti salienti da non perdere ci sono:
- I belvedere mozzafiato da cui ammirare i calanchi: quelle formazioni argillose che sembrano scolpite da un gigante.
- I piccoli ristoranti e botteghe artigiane, perfetti per assaggiare piatti tipici o portarsi a casa un pezzo di tradizione.
- La Chiesa di San Donato, che domina la piazza principale, con il suo fascino sobrio e antico.
Durante l’alta stagione, la città si anima di visitatori. Nel 2019, sono arrivati qui quasi un milione di turisti. E non è difficile capire il perché: Civita regala pace, stupore e uno scenario da cartolina. Senza auto, senza rumori: solo il battito lento della storia.
Dove si trova Civita di Bagnoregio e perché andarci ora
Civita è nascosta nel cuore del Lazio, tra le colline della provincia di Viterbo. Se guardi bene sulla mappa, la trovi incastonata tra Orvieto e il lago di Bolsena, in una posizione che sembra scelta apposta per restare lontana dal rumore del mondo. Per orientarti meglio, considera che dista più o meno 130 km da Roma e 180 km da Firenze. Non proprio dietro l’angolo, ma abbastanza vicina per diventare la tua prossima fuga ideale dalla città. Insomma, il posto ideale per una gita fuori porta o un weekend alternativo.
Ma perché è importante visitarla adesso? Perché questo piccolo miracolo di pietra potrebbe non esserci più tra qualche decennio. Le frane continuano, e nonostante gli sforzi per salvarla, il tempo corre.
Come arrivare a Civita di Bagnoregio: consigli utili
Non è complicato, ma serve un po’ di organizzazione. Il primo passo è raggiungere Orvieto, facilmente collegata sia da Roma che da Firenze con treni regolari. Da lì, puoi proseguire in autobus fino a Bagnoregio.
Una volta arrivato, ti aspetta l’ultimo tratto: un ponte pedonale di circa 1 km che collega Bagnoregio a Civita. Sì, bisogna camminare un po’, ma è parte dell’esperienza. Quel ponte non è solo cemento e ferro: è come varcare una porta invisibile. Un passo dopo l’altro, ti lasci dietro il mondo di tutti i giorni — traffico, orari, notifiche — e ti ritrovi in un silenzio che sa di altri tempi.
Appena arrivi, c’è l’ufficio turistico che ti accoglie. È aperto dalle 8:00 alle 20:00, quindi non c’è fretta. Lì puoi prendere mappe, qualche dritta utile per orientarti e acquistare il biglietto d’ingresso al costo di 5 euro (puoi anche acquistarlo online sul sito ufficiale). Quei soldi non finiscono nel nulla: servono per mantenere vivo questo luogo così fragile, che sembra appeso al cielo. Un piccolo gesto che fa una grande differenza.
Vale la pena andarci? Assolutamente sì. Magari non oggi, magari non domani. Ma prima che sia davvero troppo tardi.
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