Scoprire la spiaggia del relitto a Zante significa immergersi in uno scenario da cartolina, tra mare turchese e leggende sussurrate dal vento.
Tra le meraviglie più fotografate della Grecia, la spiaggia del relitto a Zante affascina da decenni turisti, esploratori e sognatori. Conosciuta anche come Navagio Beach, questa baia isolata sulla costa nord-ovest dell’isola non è solo uno spettacolo per gli occhi, ma un luogo che custodisce storie e suggestioni da scoprire lentamente.
Se stai organizzando un viaggio a Zante o ti capita di passare in zona durante una vacanza nelle Ionie, vale la pena sapere come raggiungere questa spiaggia nascosta e cosa aspettarsi davvero da un luogo così celebrato e, per certi versi, misterioso.
Un relitto incagliato tra le scogliere
Si racconta che il relitto che giace al centro della spiaggia sia appartenuto a una nave di contrabbandieri, naufragata durante una tempesta nei primi anni ’80. Il suo nome, Panagiotis, è ancora leggibile sulla fiancata arrugginita. Col tempo, quel relitto abbandonato si è trasformato nell’elemento distintivo di una delle spiagge più iconiche della Grecia.
Ciò che colpisce subito è il contrasto: il bianco accecante delle scogliere, il blu profondo del mare e il metallo corroso della nave creano un quadro che sembra pensato da un artista un po’ eccentrico.
Ma attenzione, la spiaggia del relitto non è accessibile via terra. L’unico modo per arrivarci è tramite barca. E qui comincia un piccolo dilemma: meglio prenotare un tour organizzato o noleggiare un’imbarcazione privata?
La prima opzione è comoda e consente di godersi il panorama senza pensieri. La seconda, invece, permette più libertà e magari anche di evitare l’affollamento delle ore di punta.
In ogni caso, l’arrivo via mare è già parte dell’esperienza. Navigare lungo la costa, tra grotte marine e promontori scoscesi, è qualcosa che resta impresso nella memoria.
Quando andarci e cosa portare con sé
Molti si chiedono qual è il periodo migliore per visitare la spiaggia del relitto a Zante. La risposta non è scontata.
- Luglio e agosto offrono clima perfetto, ma anche folle oceaniche.
- Giugno e settembre, invece, sono mesi ideali per chi cerca un po’ più di tranquillità.
Essendo una spiaggia completamente isolata, è importante arrivare preparati. Non ci sono bar, bagni o punti d’ombra. Quindi conviene portare:
- acqua in abbondanza
- crema solare ad alta protezione
- un cappello o pareo per ripararsi dal sole
- scarpe da scoglio (la sabbia bianca è mista a piccoli ciottoli)
- macchina fotografica (o almeno lo smartphone carico al 100%)
E poi, una piccola nota pratica: le barche non restano ancorate tutto il giorno. I tempi di sosta variano, ma in genere si hanno circa 30-60 minuti per esplorare la spiaggia. Meglio ottimizzare!
Panorami da vertigine: il punto panoramico
Oltre alla visita via mare, c’è un’altra esperienza da non perdere: il belvedere sulla scogliera che domina Navagio Beach dall’alto.
Si trova a circa 45 minuti d’auto da Zante città, nel villaggio di Anafonitria. Da lì, una passerella in legno conduce a una terrazza naturale che lascia senza fiato. Dicono che sia una delle viste più spettacolari dell’intero Mediterraneo. Difficile smentirlo.
Nei mesi estivi si crea spesso fila per scattare “la foto perfetta”. Ma con un po’ di pazienza e magari scegliendo l’orario giusto (prima mattina o tardo pomeriggio), si può godere di un momento davvero unico.
Curioso il fatto che molti visitatori si accontentino della vista dall’alto, senza scendere mai sulla spiaggia. È una scelta, certo. Ma vivere la sabbia sotto i piedi e ascoltare il vento che sibila tra le lamiere del relitto è un’altra storia.
Un simbolo che va oltre la cartolina
La spiaggia del relitto a Zante non è solo una meta turistica da spuntare sulla lista. È un luogo che invita a fermarsi, anche solo per pochi minuti, e assaporare qualcosa di autentico. Sarà l’energia del mare, o il silenzio interrotto solo dalle onde.
Si potrebbe dire che la sua fama è andata ben oltre i confini della Grecia. Immagini della spiaggia campeggiano in agenzie di viaggio, blog, profili social di ogni parte del mondo. Eppure, dal vivo, colpisce più di quanto ci si aspetti.
Forse perché combina bellezza e imperfezione, natura e rovina. Forse perché, sotto sotto, c’è un po’ di poesia anche in quella nave abbandonata.
Visitare questo angolo di Zante significa fare i conti con lo stupore. E con la voglia, una volta tornati a casa, di cercare altri luoghi così. Non uguali, certo. Ma capaci di lasciare la stessa, lieve, meraviglia.
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