Tra le pieghe meno battute dell’Umbria, dove il tempo sembra rallentare, c’è un posto che non molti conoscono: le Cascate de Lu Cugnuntu.
Siamo in Valnerina, poco fuori dal minuscolo borgo di Preci. Qui, nel cuore verde dell’Italia, l’acqua scivola giù tra alte pareti di roccia calcarea, scavando il suo percorso con pazienza antica. Il rumore è quello che ci si aspetta da una cascata, certo, ma ha qualcosa di più. È come se parlasse. C’è chi dice che tra questi salti d’acqua si nascondano storie di altri tempi, leggende sussurrate dagli alberi e dai sassi bagnati. Qui non troverai cartelloni pubblicitari né folle con bastoni da selfie, e forse è proprio questo il bello.
Un angolo d’Italia che pochi conoscono davvero
L’Italia la conosciamo tutti: arte, buon cibo, città d’altri tempi. Ma a volte basta deviare di poco dal percorso solito per scoprire un mondo diverso. Alle Cascate de Lu Cugnuntu non si va solo per scattare una foto: ci si va per respirare, per ascoltare, per sentire. È un angolo di silenzio rumoroso, dove ogni passo sembra riportarti a qualcosa che avevi dimenticato.
È uno di quei posti che non si raccontano tanto con le parole. Bisogna andarci, magari per caso, e lasciarsi sorprendere. E poi, se sei fortunato, potresti davvero sentire quel famoso sussurro. No, non sei impazzito. È solo la voce della Valnerina che ti sta dando il benvenuto.
Storie sospese tra verità e leggenda
Il nome “Lu Cugnuntu” incuriosisce subito. Da dove viene? Alcuni dicono che derivi da coniunctio, in latino, indicando la confluenza tra i fossi del Valloncello e di Acquastrino. Altri ipotizzano una radice medievale, legata alla parola coniunctus, ovvero “condotto idraulico”. Insomma, già dal nome si capisce che questo luogo ha molto da raccontare.
Ma la storia si fa ancora più interessante quando si arriva al villaggio di San Lazzaro. Qui, nascosto tra il verde, c’è un antico lebbrosario, che secondo la tradizione fu fondato addirittura da San Francesco nel lontano 1218. Per secoli, questo luogo ha accolto i malati più sfortunati, diventando un rifugio spirituale prima sotto i Frati Minori e poi con i monaci benedettini di S. Eutizio. Non è difficile immaginare il silenzio che avvolgeva queste mura, rotto solo dal suono dell’acqua e dalle preghiere sussurrate.
La potenza e la grazia delle Cascate de Lu Cugnuntu
Alte circa 20 metri, queste cascate si tuffano in una gola profonda, scavata nel tempo dalla forza dell’acqua nella formazione della Scaglia Rossa. La gola si restringe verso l’alto, lasciando intravedere solo una sottile lama di cielo. Una scena che sembra uscita da un film fantasy, ma è assolutamente reale.
L’acqua, cadendo con forza, produce un suono che si sente già a distanza. Man mano che ci si avvicina, il rumore cresce fino a diventare un boato che rimbomba tra le pareti rocciose. È come se la natura stessa volesse avvertirti che stai entrando in un posto speciale. E quando finalmente ti trovi davanti alla cascata, l’effetto è ipnotico. L’aria diventa più fresca, quasi frizzante, e sembra di respirare un’energia diversa.
Escursione alle Cascate de Lu Cugnuntu: ecco cosa sapere
Il percorso per raggiungere le cascate parte dal livello superiore del parcheggio delle terme di Triponzo. Da lì, basta seguire la greenway fino a San Lazzaro. Ma non finisce qui: si lascia l’asfalto, si segue il sentiero, e si affrontano diversi attraversamenti del torrente. Occhio a dove metti i piedi, perché alcune pietre possono essere scivolose!
Ecco qualche dettaglio tecnico:
- Lunghezza del percorso: 11,37 km (anello)
- Dislivello complessivo: 409 metri
- Altitudine minima: 398 m / massima: 594 m
- Durata media: 2h e 49 minuti (di cui circa 2h e 35 di cammino effettivo)
Chi ama le camminate più lunghe può proseguire verso altri itinerari della zona, come l’Anello Sellano o il sentiero breve da Casali Belforte fino a San Lazzaro.
Insomma, non è solo un’escursione, ma una vera e propria immersione nella natura selvaggia dell’Umbria, tra profumi di bosco, ruscelli da guadare e paesaggi da cartolina.
Come raggiungere le cascate nascoste dell’Umbria
La prima cosa da sapere è che non si arriva proprio sotto la cascata in auto. Bisogna camminare, e questo fa parte del fascino del luogo. Ma da dove si parte?
- In auto: Raggiungi la frazione di San Lazzaro in Valloncello. Parcheggia lì e segui le indicazioni per “Lu Cugnuntu”.
- In treno: Nessuna linea ferroviaria arriva direttamente in zona. Meglio scendere a Spoleto o Foligno e proseguire con mezzi alternativi.
- con l’autobus: Anche qui, niente collegamenti diretti. Ma alcuni servizi locali ti avvicinano abbastanza. Poi un tratto a piedi, o in taxi, è inevitabile.
Proprio questa “scomodità” contribuisce a rendere Lu Cugnuntu un posto ancora autentico. Niente folle, niente rumore. Solo tu, la natura e il tempo che sembra rallentare.
E se alla fine del cammino ti siedi su una roccia, ad ascoltare l’acqua che scende, ti accorgerai di una cosa: a volte, la bellezza non ha bisogno di parole.
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