Il Cammino del Salento rappresenta un’esperienza unica, unendo paesaggi mozzafiato, storia profonda e la genuina ospitalità del Salento.
Sei mai stato nel Salento? Non quello delle spiagge affollate e degli aperitivi al tramonto, ma quello autentico, fatto di borghi silenziosi, sentieri immersi negli ulivi e storie che si sussurrano tra pietre antiche. Il Cammino del Salento ti porta proprio lì, nel cuore di una terra che sa ancora raccontarsi.
Un percorso che si snoda tra paesaggi mozzafiato, tradizioni radicate e quella genuina ospitalità che solo il sud sa offrire. Due le vie principali: la Via dei Borghi e la Via del Mare, diverse ma entrambe capaci di farti innamorare.
Via dei Borghi: tra castelli, dialetti antichi e chiese che profumano di storia
Tutto parte da Lecce. Una città che non ha certo bisogno di presentazioni: barocco ovunque, palazzi dorati al tramonto e quell’atmosfera vivace che ti resta addosso. Ma da qui, lasciata alle spalle la frenesia cittadina, si può scegliere un cammino più lento, più intimo: la Via dei Borghi.
Si cammina per 135 chilometri, attraversando sei tappe, ognuna con una sua anima. La prima? Sternatia. Un piccolo borgo che parla ancora il griko, un antico dialetto greco che sembra arrivare da un’altra epoca. E già qui ci si rende conto che il tempo, in Salento, ha un passo diverso.
Poi ci sono Soleto e la sua Guglia di Raimondello, punto panoramico che regala una doppia vista: mare Ionio da una parte, Adriatico dall’altra. Una magia che non ci si aspetta, quasi un miraggio.
Corigliano d’Otranto è un’altra chicca: il Castello de’ Monti domina il paese e racconta storie di dame e cavalieri. Ogni passo è un’immersione nella storia, tra chiese, muretti a secco, profumi di fichi e macchia mediterranea.
E infine Otranto. Lì dove il cammino incontra il mare. Porta Alfonsina, la Chiesa bizantina di San Pietro, la Cattedrale con il mosaico dell’Albero della Vita… Tutto sembra parlarti, anche se non dici una parola.
Tra torri costiere e grotte marine: il tratto comune verso Santa Maria di Leuca
Dopo Otranto, i due percorsi del Cammino si fondono e seguono insieme la costa adriatica. Qui il viaggio cambia respiro: l’orizzonte diventa blu, il vento ha il sapore del sale e il profilo delle torri costiere guida il cammino.
Tra i luoghi che non si possono saltare ci sono:
- Torre del Serpe, che un tempo proteggeva Otranto
- Il faro di Palascìa, il più a est d’Italia
- Porto Badisco, piccolo fiordo leggendario
- Santa Cesarea Terme, con le sue acque sulfuree e ville moresche
E poi la Cala dell’Acquaviva, la baia di Porto Miggiano, le grotte nascoste tra gli scogli. Ogni angolo è una cartolina, ogni tappa una scoperta.
Il tratto finale porta a Santa Maria di Leuca, ma prima bisogna superare i famosi 284 gradini che salgono fino al Santuario de Finibus Terrae. Una piccola fatica ripagata da una vista che toglie il fiato.
Via del Mare: camminare tra spiagge, riserve naturali e leggende antiche
Chi preferisce ascoltare il rumore delle onde piuttosto che i rintocchi delle campane può scegliere la Via del Mare. Un percorso lungo 115 chilometri, articolato in cinque tappe, che corre parallelo al mare e regala scorci spettacolari.
Subito dopo Lecce si entra nella Riserva Naturale delle Cesine, oasi WWF fatta di stagni, boschi e canneti. Un piccolo paradiso per chi ama la natura vera.
Poi si prosegue verso la costa. I nomi delle località suonano come poesie: Grotta della Poesia, Torre dell’Orso, Torre Sant’Andrea con i suoi faraglioni che sembrano giganti immersi nell’acqua.
Anche qui si respira la storia. Porto Badisco, ad esempio, secondo la leggenda è il punto dove approdò Enea. Camminare qui significa anche lasciarsi trasportare dai miti.
E come per la Via dei Borghi, la meta è sempre lei: Santa Maria di Leuca, dove tutto finisce, o forse dove tutto comincia davvero.
Santa Maria di Leuca: l’abbraccio finale del Cammino del Salento
Arrivare a Santa Maria di Leuca ha qualcosa di mistico. Sarà per quel promontorio che si getta nel mare, o per il silenzio che spesso accompagna l’ingresso nel Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae.
Qui la terra finisce. E non è solo un modo di dire. Il panorama è così ampio che in certe giornate si ha l’impressione che il mondo si apra, che qualcosa dentro di sé si allarghi insieme allo sguardo.
Camminare fino a Leuca non è solo un viaggio fisico. È un percorso dentro la bellezza del Salento, dentro la sua anima. Ogni chilometro racconta qualcosa: una leggenda, una storia, un volto.
E alla fine, quando i piedi fanno male ma il cuore batte forte, ci si rende conto che quel cammino resterà. Dentro, per sempre.
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