Salire il Monte Capanne a piedi è un’esperienza imperdibile per chi ama la natura e vuole scoprire l’anima selvaggia dell’Isola d’Elba.
Fare trekking sul Monte Capanne, il punto più alto dell’Elba, è un po’ come salire su un balcone sospeso tra cielo e mare. Non si parla solo di sport: qui si cammina tra ciuffi di vento, silenzi taglienti e quell’odore pungente di rosmarino che arriva all’improvviso, proprio quando pensavi di esserti perso.
C’è qualcosa di magico in questo sentiero: ogni curva sembra svelare un dettaglio diverso dell’isola, come se l’Elba si raccontasse piano, senza fretta. E chi sente il bisogno di allontanarsi dal solito rumore e ritrovare un po’ di respiro, potrebbe trovare proprio qui il suo posto. Perché più che una cima da conquistare, il Monte Capanne è un invito. A rallentare. A guardarsi intorno. A sentire davvero.
Come arrivare in cima al Monte Capanne
Ci si crede spesso che per salire sul Monte Capanne servano gambe allenatissime. A dirla tutta, il sentiero sorprende per quanto sia fattibile anche per chi non è un escursionista esperto. Basta scegliere il percorso giusto e prendersela con calma. Il punto di partenza più gettonato? Marciana, un paesino che sembra uscito da una cartolina, nascosto tra le pieghe verdi delle colline elbane. Da lì si prende il sentiero numero 1, segnalato e ben tenuto, che sale deciso ma senza mai diventare davvero estremo.
In circa due ore e mezza di cammino si arriva in vetta, tra scorci mozzafiato e brevi tratti più ripidi. Il fondo è roccioso, ma si alterna a tratti più morbidi in mezzo al bosco. E lungo il cammino si passa accanto a vecchie capanne in pietra, massi modellati dal vento e qualche capra curiosa.
Per chi invece preferisce godersi il panorama senza fatica, c’è anche la cabinovia che parte sempre da Marciana e arriva quasi in cima. Da lì, in dieci minuti si raggiunge la vetta vera e propria, a piedi.
E poi arriva quel momento. Quando si tocca la cima, a 1019 metri, e lì, davanti agli occhi, si apre un mondo. Se il cielo è limpido, la vista è quasi irreale: la Corsica che sembra a un passo, le isole dell’Arcipelago Toscano sparse come coriandoli sul mare, e laggiù, lontane ma nitide, le Alpi Apuane. Una scena che lascia senza parole, anche chi di montagne ne ha viste parecchie.
Cosa portare e quando partire: consigli pratici
Chi decide di fare trekking sul Monte Capanne farebbe bene a partire preparato. Anche se il sentiero non è tra i più difficili, un minimo di equipaggiamento è indispensabile. Ecco cosa non dovrebbe mancare nello zaino:
- Scarponcini da trekking con buona aderenza
- Acqua, almeno un litro e mezzo a testa
- Cappello e crema solare, specialmente in estate
- Giacca antivento o pile leggero, anche se è caldo in paese
- Cartina o GPS: il sentiero è segnalato, ma meglio non affidarsi solo all’intuizione
Il periodo migliore? Da aprile a ottobre. In estate può fare molto caldo, ma basta partire presto al mattino e tutto diventa più sopportabile. In primavera e autunno, invece, l’aria è più fresca e i colori della natura sono incredibili.
Un ultimo consiglio spassionato: non avere fretta. Fermarsi, respirare, osservare. Perché ogni curva del sentiero ha qualcosa da raccontare, e salire sul Monte Capanne non è solo un fatto di altitudine.
Perché il Monte Capanne è un trekking speciale
Ci sono montagne più alte, certo. Ma poche riescono a condensare in così poco spazio una tale varietà di paesaggi. Salendo sul Monte Capanne si passa dalla macchia bassa alle pinete, dai cespugli di rosmarino ai panorami lunari della vetta. Ogni metro è una scoperta.
E poi c’è quell’atmosfera strana e familiare, come se tutto fosse rimasto sospeso nel tempo. Nessuna infrastruttura invadente, niente rumori artificiali. Solo vento, cicale e il fruscio dei passi.
Si dice che da quassù Napoleone, esiliato all’Elba, si fermasse a guardare il mare. Forse è solo leggenda. Ma viene facile crederci, con quella vista così ampia e pulita.
Chi cerca un’escursione che sia anche un’esperienza sensoriale, qui trova pane per i suoi denti. Odori intensi, silenzi profondi, luce che cambia a ogni passo.
Camminare sul Monte Capanne non è solo sport. È lasciarsi sorprendere da un’isola che ha ancora molto da dire, se si sa ascoltarla.
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