Annaffiare i gerani nel modo giusto fa davvero la differenza: scopri quando, quanto e con cosa farlo per risultati sorprendenti.
Molti pensano che i gerani siano piante resistenti e “a prova di errore”, ma la verità è che un’irrigazione sbagliata può rovinarli anche in piena fioritura. È un attimo: qualche giorno di troppo senz’acqua, oppure troppa acqua nei momenti sbagliati, e il fogliame inizia a ingiallire, i fiori cadono. E allora, come capire qual è il momento giusto? Con che frequenza andrebbero annaffiati? E soprattutto: si possono usare acqua piovana o fertilizzanti naturali?
Prima di passare a consigli precisi, vale la pena dare subito uno spunto utile: chi ha gerani in balcone esposti al sole dovrebbe osservare bene il terreno ogni mattina. Se è asciutto già a metà mattina, meglio agire subito. L’acqua, in certi casi, non può aspettare.
Quando annaffiare i gerani per non sbagliare
Si crede spesso che basti dare un po’ d’acqua ogni sera per tenere i gerani felici. In realtà, l’orario conta molto più di quanto si pensi. Annaffiare i gerani la sera, soprattutto d’estate, può favorire la comparsa di funghi, visto che l’umidità resta nel terreno tutta la notte. Non proprio l’ideale.
Meglio farlo al mattino presto, quando la terra ha perso l’umidità della notte ma non si è ancora scaldata troppo. Questo permette all’acqua di penetrare bene senza evaporare in fretta. E poi, è interessante notare come i gerani sembrino reagire meglio a una routine mattutina.
Attenzione anche alla stagione. In primavera e autunno si annaffia meno spesso, mentre in piena estate si arriva anche a una volta al giorno, soprattutto con piante in vaso. In inverno, se i gerani vengono riparati, si può ridurre drasticamente: basta controllare che il terriccio non sia completamente secco per troppi giorni.
Quanto e con cosa annaffiare i gerani
Una domanda ricorrente è: quanta acqua serve davvero? Non esiste una misura fissa, ma un trucco semplice è osservare il sottovaso: se dopo l’annaffiatura inizia a fuoriuscire un po’ d’acqua, probabilmente è sufficiente. L’eccesso, però, è sempre da evitare: i gerani temono i ristagni più della siccità.
E per quanto riguarda il tipo di acqua? Ecco alcune opzioni che funzionano:
- Acqua piovana, se raccolta in contenitori puliti, è l’ideale: priva di calcare e a temperatura ambiente.
- Acqua del rubinetto, solo se lasciata decantare almeno 12 ore per far evaporare il cloro.
- Infuso di ortica o decotto di equiseto, ogni 10-15 giorni, come rinforzo naturale.
Si può anche aggiungere un fertilizzante liquido specifico per piante fiorite ogni due settimane, ma solo con moderazione. Un eccesso di nutrimento potrebbe favorire lo sviluppo delle foglie a scapito dei fiori.
I segnali da osservare e gli errori più comuni
Capire se il geranio ha sete non è difficile, ma serve un po’ di pratica. Alcuni segnali non vanno ignorati:
- Foglie ingiallite o molli: spesso segno di troppa acqua.
- Foglie secche o arricciate: probabilmente poca acqua o esposizione eccessiva al sole.
- Terreno compatto e polveroso: il segnale più chiaro di sete.
Tra gli errori più comuni c’è anche quello di bagnare solo in superficie: così facendo, le radici più profonde restano asciutte. Meglio annaffiare lentamente, dando tempo al terreno di assorbire tutto.
E se si parte per le vacanze? Esistono soluzioni creative come bottiglie capovolte o sistemi di irrigazione a goccia fai da te. Alcuni usano persino il gel assorbente nel terreno: non sarà perfetto, ma per qualche giorno può salvare la situazione.
In fondo, prendersi cura dei gerani non è complicato. Serve solo un po’ di attenzione, qualche accortezza… e magari la voglia di osservare la pianta ogni giorno, anche solo per qualche secondo. Perché spesso basta uno sguardo per capire tutto.
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